martedì 10 gennaio 2012

brutti sogni



I brutti sogni dei bambini


Le mamme a cui è capitato lo sanno: il parvor nocturnus (terrore notturno) è davvero difficile da gestire con calma e tranquillità. Ma anche se non arriviamo a parlare di terrore notturno, sono moltissimi i bambini che soffrono di incubi o di sonno agitato.
Gli incubi, in genere, cominciano a manifestarsi intorno ai 2 anni di età, ma sono più frequenti nei bambini che vanno dai 3 ai 6 anni. Si può ben immaginare il perché: verso i 2 anni la maggior parte dei bambini sa parlare e comincia quindi a spingersi sempre più nel mondo del “pensiero”. A 3 anni, c'è il primo grande risveglio di coscienza nei bambini: il pensiero, la memoria fanno la loro comparsa. Intorno ai 5 c'è un “secondo risveglio” di coscienza: il bambino comincia ad aprire gli occhi verso il mondo, cominciano le sue prime paure.
Secondo uno Studio condotto in Canada da Valerie Simard, sotto la direzione di Tore Nielsen della University of Montreal, i brutti sogni nei bambini piccoli sembrano associati a livelli elevati di ansia. Il gruppo di ricerca ha studiato 987 bambini del Quebec, osservati e valutati dai loro genitori a 29 , 41 , 50 mesi, e poi a 5 e 6 anni. Dai questionari compilati dai genitori si è potuto osservare che i bambini che facevano dei brutti sogni erano considerati dalle loro madri dei piccoli con difficoltà caratteriali a 5 e 17 mesi, oppure come particolarmente emotivi a 5 e 17 mesi, oppure con disturbi emotivi e troppo ansiosi a 17 mesi.
Lo Studio si ferma qui, ma facilmente si può dedurre che bambini con difficoltà caratteriali o emotive sono bambini che non sono rispettati dall'adulto nella loro “natura”.
I bambini spesso si svegliano quando fanno brutti sogni, ma a volte sembrano incoscienti nel loro gridare, piangere, scalciare e muoversi agitatamente. Il compito dei genitori è quindi difficile e faticoso.
Vediamo quindi come agire praticamente, per prevenire o per far fronte a tale difficoltà:
  • COSA FARE PER CALMARE IL BAMBINO in preda all'incubo:
    - in primo luogo, fare in modo da poter sentire cosa avviene nella camera dei bambini per poter agire prontamente.
    - esserci fisicamente, il bambino ha bisogno dell'adulto per sentirsi al sicuro.
    - se il bimbo dorme, non svegliarlo, ma assisterlo finché si sia tranquillizzato.
    - non cercate di farlo smettere di piangere, ma lasciategli sfogare la paura e la tensione e rischiarate gradualmente la stanza nel caso si sia svegliato.
    - restare col bambino fino a che si sia calmato, aspettare che abbia ripreso sonno prima di andarsene. Per gli incubi davvero forti o il parvor, se il bambino si sveglia e fatica a riaddormentarsi, accendere la luce, cambiare stanza, andare un attimo in cucina a bere, leggere una favola, cantare una ninnananna, al limite anche un bagnetto o qualche minuto di un gioco tranquillo, possono servire a “staccare” il bambino dall'esperienza avuta.
    - mantenere assoluta tranquillità: voce pacata, ritmica, tranquilla, confortante, una canzone, un abbraccio, un “sono qui con Te” fanno sentire il bambino protetto.
    - “scacciare l'incubo”: dire al bimbo di mettere il suo sogno nelle nostre mani e poi soffiare per farlo sparire, oppure buttarlo fuori dalla porta, oppure accartocciarlo e buttarlo nella spazzatura.
    - se il bimbo vuole parlare dell'incubo, ascoltarlo con pazienza, essere empatici, raccontare che è capitato anche a voi, ma che adesso il brutto sogno non c'è più. Se il bambino si ricorda, la mattina dopo, dell'incubo, si può parlarne e discutere su un possibile “lieto fine” :es. ma poi sarebbe arrivata la mamma che le avrebbe suonate a quel mostro e tu saresti stato salvo. Non metterci però noi a parlarne se il bambino non accenna niente (può essere che lo tiri fuori anche molto tempo dopo, rispettare i suoi tempi e le sue modalità)
    - non dire che l'incubo “non è vero”, il bambino non riesce così facilmente e dividere realtà e immaginazione, in più si sentirebbe non capito. Meglio sdrammatizzare il sogno inventandosi un finale buffo e tranquillizzante.

  • PREVENIRE GLI INCUBI
    - nonostante sia abbastanza comune per i bambini avere degli incubi, non significa che sia normale. E' vero che con l'aumento della consapevolezza aumentano anche le paure, ma un ambiente che non rispetti la natura, la sensibilità, l'animicità del bambino rende il bambino molto vulnerabile di fronte alle sue nuove capacità di discernimento.
    - evitare televisione e cartoni, soprattutto la sera. Il bambino non è in grado di distinguere realtà e finzione, soprattutto se sotto i 7 anni. Pensate a quante volte può essere capitato a voi di vedere un telefilm o un film e di notte (o anche parecchio tempo dopo) di doverlo “digerire” attraverso un sogno. Pensate a quanto è spiacevole per un adulto e pensate per un bambino piccolo che non ha ancora gli strumenti che abbiamo noi, e una buona parte degli incubi è presto spiegata.
    - Anche le favole, meglio raccontarle senza il supporto di immagini. Raccontare Cappuccetto Rosso a memoria è diverso rispetto a farlo col libro ricco di illustrazioni. Per un bambino il Lupo non ha volto né forma e l'immagine che si crea con la mente è interna a lui e quindi gestibile (nonché un'ottima forma di “terapia”). Un'immagine reale, che non corrisponde alla sua, rende il lupo cattivo qualcosa di esterno a sé, quindi non gestibile e temibile.
    - importantissimo il riposo pomeridiano. Molte mamme credono che dormendo al pomeriggio poi la sera il bimbo stia alzato a lungo, ma per esperienza vi posso dire che è esattamente il contrario. Permettere al bambino (soprattutto se sotto i 3-4 anni) di riposare è garanzia di sonno tranquillo e lungo durante la notte. Il sonno è infatti “riparatore”, ma se abbiamo poco da riparare sarà tranquillo, se abbiamo esagerato durante il giorno, la riparazione sarà costosa (bruxismo, agitazione, pianti, etc.)
    - la vita all'aria aperta e il gioco con elementi naturali sono ciò che c'è di meglio per un bambino e un ragazzino. Pochi giochi, tanto gioco libero, tanto tempo libero aiuta il bambino a formare la propria volontà, grazie alla fatica di doversi trovare qualcosa da fare.
    - il bambino, almeno sotto i 6 anni, dovrebbe passare la maggior parte del tempo a casa sua. Pre e post scuola sono davvero troppo. Si rischia di tenere troppe cose dentro e di non avere il tempo di sfogarle con i propri genitori, che sono gli unici con cui il bambino può lasciarsi andare. Fate il possbile per passare più tempo possibile coi vostri bambini, altrimenti fatevi aiutare dai nonni, ma non delegate troppo alla scuola. La maestra, per quanto brava e amata sia, è sempre un'estranea.
    - evitiamo di spiegare troppe cose al bambino, se sotto i 7 anni d'età. Il bambino non è pronto per spiegazioni teoriche e meccaniche, rischia di trovarsi immerso in un mondo incomprensibile perciò temibile.
    - il bambino deve solo preoccuparsi di giocare fino almeno ai 7 anni, attività esterne, come danza, nuoto, ginnastica, peggio ancora corsi di lingua o musica, anche se fatti sotto forma di gioco, non rispettano la sua naturale crescita. Il bambino ha tutto il tempo di “istruirsi” dopo i 7 anni.
    - la preparazione alla nanna deve seguire sempre dei rituali, così come anche tutta la giornata. Il ritmo e il rito permettono al bambino di sentirsi rassicurato.
    - è importantissimo offrire al bambino un mondo immaginativo ricco e rassicurante, angeli, folletti, fatine, devono essere per lui una compagnia quotidiana. Avere il suo angelo o la sua fatina che lo protegge durante il sonno è una grande ricchezza, il bambino può lasciarsi andare, sapendo di essere custodito in ogni momento.

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